Il 25 giugno 2020 l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha presentato i dati aggiornati dell’analisi che periodicamente produce sull’educazione finanziaria nel mondo. L’Italia, si colloca ancora sotto la media, con un punteggio di 11,1.
All’edizione 2020 dell’indagine, alla quale hanno partecipato 26 paesi (di cui 12 facenti parte dell’OCSE), in Italia ha visto il coinvolgimento di un campione di popolazione di età compresa tra i 18 e i 79 anni con l’obiettivo di misurare il livello di alfabetizzazione finanziaria attraverso tre indicatori che riguardano: conoscenze, comportamenti, attitudini. Le conoscenze considerano le capacità di capire nozioni come l'inflazione, il tasso d'interesse, la differenza tra un tasso di interesse semplice e uno composto, la diversificazione del rischio. I comportamenti si riferiscono alla fissazione di obiettivi finanziari di lungo termine, ad esempio la programmazione di un bilancio familiare. Le attitudini prendono in esame l'atteggiamento degli individui verso il futuro, ad esempio la propensione al risparmio precauzionale.
I 26 paesi hanno ottenuto un punteggio medio di 12,7; i paesi OCSE hanno conseguito un punteggio di 13; l'Italia 11,1, collocandosi in uno degli ultimi posti in classifica. Rispetto alla precedente indagine condotta nel 2017, l'Italia ha migliorato il profilo delle conoscenze, ha peggiorato quello dei comportamenti, mentre quello delle attitudini è rimasto immutato, restando allineato a quello medio degli altri paesi.
Peraltro il livello di competenze finanziarie non è uniforme nella popolazione italiana: le persone più istruite presentano un livello più elevato rispetto a quelle meno istruiti, gli uomini rispetto alle donne; l'alfabetizzazione cresce fino ai 45 anni, per poi decrescere. La cattiva posizione complessiva dell'Italia è spiegata in parte da una popolazione più anziana e meno istruita rispetto a quelle di altri paesi coinvolti nell’indagine.
Dall'indagine emergono però anche aspetti positivi: gli italiani sono più consapevoli dei propri limiti rispetto ai cittadini degli altri paesi e mediamente più prudenti nelle scelte di indebitamento. Tendono inoltre a non affidarsi al proprio network familiare per i servizi finanziari (8% contro la media del 23%) e risultano all’ultimo posto (27,8%) per quanto riguarda gli obiettivi di lungo periodo per i quali pianificare i propri risparmi.
Gli italiani sono comunque consapevoli del proprio livello di non-alfabetizzazione: solo il 4,6% considera alto il proprio di livello di competenze, il 37,3% si ritiene nella media, mentre ben un 51,6% si valuta negativamente.
La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova le risorse economiche e le capacità finanziarie di molte famiglie, testandone la resilienza finanziaria. L’OCSE raccomanda ai responsabili politici di approfittare di questo momento come stimolo per sensibilizzare la popolazione e investire nel capitale umano per migliorare il livello di alfabetizzazione finanziaria, modificando comportamenti che potrebbero tra l’altro influire negativamente sulla capacità di ripresa finanziaria.
Scarica la presentazione dei risultati dell’indagine OCSE.
Scarica il nuovo report OCSE sulla Financial Literacy degli adulti.
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